La città dimenticata
Troppi proclami e tante opere faraoniche hanno finito per trasformare la maggior parte dei quartieri cosiddetti residenziali in veri e propri dormitori. Ovviamente la presenza della macchina pubblica e’ percepita, ma con una percentuale a dir poco misera.
Di fatto se non fosse per la raccolta differenziata dei rifiuti un cittadino del quartiere Pretaro, ma anche di realta’ piu’ longeve come ad esempio Villanesi non vedrebbe l’ombra di rappresentanti della funzione pubblica se non in caso di manifestazioni partitiche o situazioni di facile apparizioni mediatiche. A questo punto la disaffezione dei residenti dei quartieri non centrali e’ giustificata: non si puo’ pensare che un cittadino possa avere a cuore la propria citta’ se l’amministrazione non crea territorialita’ e attaccamento alla citta’.
Non si puo’ pensare che i cittadini debbano essere semplici “bancomat” in periodo di scadenze. La funzione pubblica si esercita con e per i cittadini coinvolgendoli sempre. Il caso dei tigli e del palazzo Sirena sono sintomatici per entrambe gli aspetti trattati: disaffezione e assenza della macchina amministrativa sulla complessita’ del territorio. Se non fosse stato per il comitato la scelta dell’amministrazione di abbattere i verdeggianti tigli sarebbe stata attuata in barba al parere della cittadinanza, mentre per il secondo ambito la risposta puo’ essere data dalle pessime condizioni del marciapiede lato mare del tratto che collega Francavilla a Pescara.
Sperando che ci si avveda della disaffezione chiudo questo pezzo con l’auspicio che un primo tassello possa essere la concessione della casetta in zona Pretaro a una moltitudine di associazioni cosi’ da risvegliare lo spirito di cittadinanza che c’e’ e che per troppo e’ stato maltrattato.
Alessio Camplone